Aeroporto Reggio Calabria: “vi spiego la strategia di Alitalia”

Nota di Roberto Sartiano (Fondatore di AeroportoRC.com)

Alitalia è l’argomento scottante di questi giorni che sta tenendo con il fiato sospeso i passeggeri dell’Aeroporto dello Stretto ed il personale di terra impiegato presso lo scalo. La possibile scelta di abbandonare il Tito Minniti, o anche solo quella di rivedere i propri servizi, non mi lascia per nulla sorpreso. E’ infatti vecchia di 2 o 3 anni la strategia di Alitalia che prevede il disimpegno della compagnia sulle rotte Nazionali a favore del lungo raggio. Troppo forte la concorrenza di Ryanair che ha portato alla decisione di lasciare le rotte Nazionali al vettore low cost irlandese. Ma sappiamo tutti che Ryanair non è interessata a Reggio Calabria…

Alitalia opera all’Aeroporto dello Stretto in regime di quasi monopolio, movimentando circa 400 mila passeggeri all’anno, e l’attività di handling, ovvero la gestione dei servizi resi agli aeromobili (es. carico/scarico bagagli) ed ai passeggeri (es. il check-in) viene fatta in autoproduzione, cioè con personale Alitalia dedicato.

Il personale è il nocciolo della questione in un ottica di riduzione dei costi. Sono circa 50 le persone impiegate presso l’Aeroporto di Reggio Calabria per servire 3 voli al giorno per Roma ed uno per Milano (i 2 voli a settimana per Torino fanno poco testo). E’ sufficiente dare un’occhiata agli orari dei voli per capire come tra un volo e l’altro possono esserci diversi buchi, anche fino a 3 ore. Come fare a tamponare questi buchi? Beh, Alitalia ha provato in passato ad inserire qualche volo in più ottimizzando così la forza lavoro, ma il risultato è stato che gli aeromobili attraverso la vendita dei biglietti non raggiungevano la soglia del guadagno. Si è scelto di ridurre i voli all’osso evitando almeno di generare nuove perdite.

La strategia che potrebbe delinearsi è quella del passaggio del personale al nuovo gestore dell’Aeroporto. Alitalia si è resa conto che aumentare i voli da Reggio Calabria non porta ad un incremento dei guadagni e che per continuare a mantenere le attuali rotte (4 voli al giorno), ha convenienza a pagare l’handling ed i servizi al nuovo gestore solo “su richiesta”. Quindi da un punto di vista operativo il totale abbandono dell’Aeroporto dello Stretto dovrebbe essere scongiurato, considerando anche che esiste uno zoccolo duro di 400 mila passeggeri annuali a cui è difficile rinunciare. Rimane aperta la questione del personale. Esuberi? prepensionamenti? ricollocazione? Per il piano industriale sono state fatte varie bozze con diverse opzioni. L’ipotesi più sensibile riguarda la riduzione di circa 2.000 addetti tra terra e staff.

La questione è molto delicata e non ci rimane che attendere sviluppi.

Roberto Sartiano
Fondatore di AeroportoRC.com


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10 commenti

  1. Grazie per questo post: io,che sono profana in materia, ho capito molte cose che ignoravo (proprio perchè profana). Buona giornata :-)

  2. Post chiaro ed esaustivo.
    Si era parlato grossolanamente anche nei commenti in altri post..

  3. quindi riassumendo
    dipendenti sogas=100
    dipendenti alitalia= 50
    personale controlli sicurezza= almeno 20 credo
    oltre ad aviapartner., quasi 200 persone per quattro voli, ecco perchè il biglietto non può costare 20 euro.
    Con il doveroso rispetto per tutti gli impiegati ai quali auguro di continuare a lavorare anche in mobilità.

  4. Roberto Sartiano (Fondatore di AeroportoRC.com)

    @ deluso:
    Il problema sono la mancanza di passeggeri e di voli che giustificano la forza lavoro. Inutili gli appellativi di Città Turistica, Città Metropolitana, Area dello Stretto, ecc… la politica non ha saputo valorizzare un Aeroporto.

    Detto questo, ci tengo a precisare che il mio Articolo è frutto solo di un analisi dei fatti teso ad anticipare i possibili scenari futuri, e non deve essere erroneamente interpretato come un attacco al personale Alitalia verso il quale va tutta la mia solidarietà ed il mio rispetto.

  5. @ Roberto Sartiano (Fondatore di AeroportoRC.com):
    la tua precisazione mi sembra superflua, solo uno stupido può pensare che si a un attacco.
    E’ un dato di fatto che ci sono dei periodi morti in aeroporto; ma lo stesso avviene per le persone in torre, per la polizia, le guardie giurate…ecc. ecc..

  6. @ Roberto Sartiano (Fondatore di AeroportoRC.com):
    il problema di alitalia si chiama emirates , malpensa e via dicendo ,

    non penso che potrebbero mai abbandonare reggio , se lo farebbero lascerebbero una bella tavola imbandita per blu panorama o chi per essa , 400.000 mila passeggeri diviso 365 giorni fà la bellezza di 1095 passeggeri al giorno mica patate …………………………………………

  7. Ottima e pacata analisi Roberto, il punto è quale soluzione sia prospettabile perché da un lato sia incrementata la redditività dell aereoporto e degli operatori, e quindi il traffico e i voli , e dall altro che sia garantito un servizio essenziale ( pubblico?) per la comunità dell area dello stretto e della città metroplitana

  8. @ Giuseppe naim:
    Non è un problema del gestore aeroportuale il servizio pubblico (che tale non è) per la comunità di Reggio.
    L’area dello stretto non usa l’apt di Reggio, men che meno quello dell’area metropolitana.

    La redditività si fa con i servizi non core, tipo negozi, parcheggi, ecc.

  9. condivido, è proprio così

  10. @ tito:
    ma come puoi condividere che l’area dello stretto non usa l’aeroporto?????

    secondo il vostro ragionamento la gente di reggio o motta san giovanni va a lamezia perche si sciala????

    ma riprendetevi in pò!

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