Aeroporto Lamezia: dichiarazione del Presidente SACAL Colosimo

Riceviamo dalla SACAL e pubblichiamo:

Lamezia Terme, 19 ottobre 2015 – In vista dell’Assemblea ordinaria convocata per il 19 ottobre prossimo, in prima convocazione e per il successivo 21, in seconda, con all’ordine del giorno: “Dimissioni intero CdA e conseguenti valutazioni e determinazioni a seguito delle indagini della magistratura: deliberazioni inerenti e conseguenti”, il presidente di S.A.Cal. S.p.A., Massimo Colosimo, ha rilasciato la dichiarazione che riportiamo integralmente qui di seguito.

“Ritengo doveroso da parte mia, con l’approssimarsi di un passaggio sicuramente delicato per la vita e il futuro di Sacal, svolgere qualche considerazione e offrire alcune informazioni che mi appaiono significative. Lo faccio non certo con l’intenzione di orientare le scelte di un’Assemblea che resta sovrana nell’assunzione delle sue decisioni, né per tornare su vicende che attengono ormai al lavoro degli inquirenti, verso i quali nutro rispetto, conservando al contempo animo sereno e coscienza tranquilla. Il dovere che avverto, semmai, è verso i calabresi, perché Sacal è patrimonio di tutti i cittadini di questa regione, i quali sono titolari del diritto alla conoscenza; e chi gestisce un interesse pubblico ha il dovere – appunto – di dare concretamente corpo a quel diritto, al di là di ogni appartenenza territoriale ma soprattutto al di là di ogni interesse politico di parte.

Le motivazioni che mi hanno spinto tre anni fa ad assumere la presidenza di Sacal, affrontando una situazione aziendale non certo facile, potrebbero sembrare addirittura banali: sono un calabrese e in questo territorio la mia famiglia ha avuto l’opportunità di creare e far crescere un’impresa, oggi affermata e solida. Lo ha fatto con il lavoro e con il sacrificio, senza aiuti pubblici e in un settore, quello del Frozen Food, assolutamente distante da qualunque implicazione pubblica. Dunque, ho scelto di accettare il ruolo di presidente Sacal per il gusto della sfida e per amore della mia terra, cui ho ritenuto di dover restituire qualcosa dopo avere ottenuto da essa risultati e gratificazioni. Nessun conflitto di interessi, nessuna vanagloria, nessuna velleità di discesa in campo politico, tanto per essere chiari.

In Sacal, ho cercato di importare ciò che l’esperienza e il lavoro mi avevano insegnato: rigorosità nei processi e nelle procedure aziendali, associate a un pensiero lineare e trasparente. Elementi, questi, che hanno caratterizzato la vita del CdA e di tutta la struttura nel suo complesso, la quale, dal canto suo, ha saputo essere all’altezza di questi princìpi. Rigorosità e pensiero che mai si sono piegati alla contingenza politica, alla parrocchia di turno al potere o agli interessi di lobby. Una cosa vorrei che fosse particolarmente chiara ai calabresi: dal mio insediamento, nel febbraio 2013, Sacal ha avuto come soli obiettivi il suo risanamento economico e il rilancio della sua funzione al servizio dello sviluppo della Calabria. È stato il management a gestire la società, con lo scopo di restituirle un’identità aziendale forte e riconoscibile e di creare valore aggiunto. Quello stesso management che è stato riqualificato insieme con il resto del capitale umano già presente in azienda. Nessuna nuova assunzione, se non quella degli esodi agevolati, decisa dal CdA nel marzo del 2013 e che ha consentito all’azienda un risparmio di quasi 400mila euro. Commissioni e responsabili di procedimento sono stati scelti in base alle competenze e al criterio di rotazione. Ogni singolo appalto, dall’approvazione del progetto, fino all’aggiudicazione della gara, è stato sottoposto al CdA e da questo deliberato. Obiettivi, strategie, informazioni, sono stati condivisi e veicolati in ogni articolazione aziendale, secondo il principio della democratizzazione dei processi. Sacal è cambiata così, chiudendo le porte in faccia a pressioni di qualunque genere, smantellando rendite di posizione sedimentate nel tempo, bandendo favoritismi contrari ai principi di giustizia ed efficienza nell’organizzazione del lavoro, opponendosi a tutto ciò che aveva contribuito ad allontanarla dalla sua mission naturale al servizio della collettività, facendone sovente il terreno di conquista per interessi particolari o di parte.

In quest’opera faticosa di riorganizzazione e rilancio di Sacal, non nego che mi sarebbe stato utile avere anche un’interlocuzione con la politica, cui peraltro è affidato il governo di Enti pubblici che rappresentano una buona parte della compagine sociale; un confronto, un contributo di idee, una condivisione di percorsi, obiettivi e priorità intorno al valore comune, rappresentato da una infrastruttura regionale strategica. Avrei voluto conoscere gli orientamenti e le volontà dei soci istituzionali, perché penso che su un tema come l’aeroporto internazionale di Lamezia Terme non possano esservi dicotomie tra pubblico e privato e la politica non possa limitarsi al ruolo di chi ripara i danni, sempre ammesso che vi riesca, quando questi si sono già prodotti, com’è accaduto in altri scali calabresi. Pubblico e privato debbono essere complementari perché uniti dal denominatore comune dell’interesse collettivo ad alimentare la crescita aeroportuale. È così che si dà qualità all’investimento pubblico come a quello privato e la stessa politica conferisce a se stessa dignità e autorevolezza. Purtroppo però, in questi anni, una certa politica si è spesso chiusa in un silenzio assordante e, quando ha parlato, lo ha fatto ragionando all’interno di vecchi modelli, non all’altezza delle sfide che avevamo davanti, quando addirittura non ha mostrato un livore apparso francamente poco conciliabile con la tutela degli interessi del territorio. 

Ma nonostante tutto, i risultati di questa vera e propria rivoluzione portata in Sacal non si sono fatti attendere ed è altrettanto doveroso renderne partecipi i cittadini calabresi, sia pure per sommi capi.

Abbiamo ereditato un bilancio che, nel 2012, faceva registrare una perdita di esercizio di € 1.703.989. Ebbene, nel 2013 quella perdita era già scesa a € 390.550. Nel 2014 abbiamo chiuso con un utile di € 66.939. (Nel 2015, purtroppo, il bilancio non riuscirà più a essere in sostanziale equilibrio e non senza una ragione. Da tre anni, Sacal fa fronte a un contratto oneroso con Ryanair solo con risorse proprie. Dei 9 milioni di euro promessi tre anni fa dal precedente Governo regionale, nemmeno un centesimo è arrivato nelle casse della Società).

Il 2014 è stato anche l’anno in cui i volumi di traffico sono aumentati progressivamente. Nel report pubblicato ad aprile scorso da Enac sui volumi di traffico registrati nei 45 aeroporti nazionali, lo scalo lametino si è classificato al 16° posto per numero di passeggeri transitati con 2.414.277 unità, cioè l’11.1% in più rispetto all’anno precedente e una media nazionale del 4.7%, e al 18° posto per quanto riguarda i movimenti aerei commerciali, con 18.503 movimenti, corrispondenti al 12.4% in più rispetto al 2013 e una media nazionale dell’1%. Questi risultati, in termini di volumi di traffico e passeggeri, hanno confermato il ruolo di Lamezia quale aeroporto di rilevanza strategica all’interno del Piano Nazionale degli Aeroporti.

Qualche giorno fa, è stato approvato da Enac il Piano quadriennale nelle sue componenti di traffico, interventi, ambiente e qualità, che abbiamo presentato nel 2013. Ciò significa che potremo procedere alla stipula del Contratto di Programma, sulla base del quale Sacal potrà avviare, sotto il controllo e il monitoraggio continuo di Enac, i numerosi e cospicui investimenti sull’aeroporto, primo fra tutti la realizzazione della nuova aerostazione passeggeri.

Tra le azioni intraprese, giusto per farne cenno, vi sono l’ammodernamento dell’aerostazione e la riconfigurazione dell’area commerciale con l’apertura di nuovi punti vendita; l’aggiornamento dei sistemi informativi; il nuovo sito e il nuovo brand aziendale; i nuovi interventi sulla safety e sulla security; il prolungamento della pista di volo e la bretella di collegamento.

Potrei continuare, illustrando strategie future e obiettivi aziendali ai quali stiamo già lavorando ma sono abituato a dar conto solo dei risultati raggiunti concretamente. Promesse, scenari da favola, svolte epocali sempre annunciate e raramente compiute alle nostre latitudini, non appartengono alla mia cultura di cittadino e di imprenditore e non vedo perché dovrebbero appartenermi come presidente di Sacal.

Tengo solo a precisare che quei risultati li abbiamo raggiunti a dispetto dei debiti che solo di recente un socio importante come la Regione ha cominciato, apprezzabilmente, a onorare ma che in passato hanno causato il ritardo nei pagamenti persino delle addizionali; e a dispetto del ritardo nell’attuazione dell’aumento di capitale e nella creazione della società autonoma di handler, finalizzata a fornire a terra assistenza a terzi. Ritardi che ovviamente precludono al momento a Sacal l’opportunità di svilupparsi ulteriormente.

In ogni caso, sono i risultati – voglio ribadirlo – del metodo con cui ho interpretato il ruolo conferitomi a suo tempo dal sindaco Abramo e dal CdA che mi ha eletto presidente, confermandomi piena fiducia a fine agosto scorso. L’assemblea convocata per domani – voglio ribadire anche questo – è sovrana; se gli azionisti riterranno che Sacal debba tornare a essere gestita con i vecchi metodi, non discuterò la scelta; tuttavia, sappiano che su questo eventuale cambio di passo non potranno contare su di me”.


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