I Bronzi di Riace, giganti solitari nel museo semideserto

Riporto da Espresso.Repubblica.it:

di Enrico Arosio

I capolavori non vengono all’Expo? E allora l’Espresso è andato a vederli a Reggio Calabria, al museo archeologico appena restaurato, ma parzialmente chiuso. Diario di un viaggio a caro prezzo

Diciannove ore di viaggio per venti minuti di bellezza assoluta. Milano-Reggio Calabria in giornata, per vedere i famosi Bronzi di Riace. In aereo. Anzi, in quattro aerei. C’è tanta gente che ci pensa da una vita, ai Bronzi. Li ha sempre solo visti in televisione. Pareva che li portassero a Milano per l’Expo 2015. Poi c’è stato tutto quel tira e molla. Il ministero dei Beni culturali ha deciso che non possono viaggiare, troppo rischioso. E in fondo con Milano e il tema Expo, l’alimentazione nel mondo, c’entrano poco. Non vengono su loro? Andiamo giù noi, da turisti. E “l’Espresso” si è messo nei panni di un turista.

Per dirlo subito: è stata una sfacchinata. Armarsi di buon umore e scarpe comode. Belli sono belli, i Bronzi. Emozionanti. Due eroi perfetti che la Calabria si è ritrovata in casa, prodigio della Grecia antica. Resti a bocca aperta davanti a quel metallo che sfavilla anche dopo duemilacinquecento anni. Lo splendore dei Bronzi è valso la fatica? Intanto raccontiamo com’è andata, ora per ora, da prima dell’alba a mezzanotte e passa.

Prima scoperta: per andare e tornare in giornata, tra Milano e Reggio, c’è solo Alitalia (Blue Panorama avrebbe un volo diretto, ma in orari che ti costringono a pernottare). Secondo: devi far scalo a Fiumicino, due volte, e svegliarti prima dell’alba. Terzo: ti fanno scucire 326 euro. Con quella somma si va tranquillamente a Londra. (Ma a Londra, niente Bronzi).

Milano, esterno notte. Sveglia alle 5.20, l’ora in cui Dracula va a dormire. Per essere a Linate alle 6.20 (il volo è alle 7.20) non puoi contare sui mezzi pubblici. E il metrò M4 è di là da venire. Si deve prendere la macchina e lasciarla al parking: 26 euro la giornata.

A Linate niente code, per fortuna. E l’Alitalia, se non altro, è puntuale. Zero ritardo anche a Fiumicino. A Reggio siamo arrivati in orario, alle 10.50. L’atterraggio può fare un po’ impressione. A destra c’è il mare, a sinistra case su case, fino a pochi secondi prima di toccare. Dov’è la pista, in mezzo alla città? Quasi. Periferia sud. Gli Arrivi sono piccolissimi, una casa di bambole. Dietro all’unico nastro bagagli, un grande manifesto di uno sciatore sui pendii innevati del Pollino: “Gira e rigira la Calabria ti stupisce anche d’inverno”. Uscendo, altro che i boschi dell’Aspromonte: un boschetto di bandiere della Uil Trasporti, un picchetto, un anziano e la scritta “Dipendenti senza stipendio da 5 mesi”.

L’aeroportino è così simpatico, così di quartiere che non siamo stati ad aspettare l’autobus. Siamo andati al taxi. Dov’è il primo della fila? All’altezza del terzo si è fatto incontro un cristone in giubbotto nero. «Prenda quello». Il terzo? «Quello, sì». Fidiamoci, quest’uomo se ne intende. Al volante della Peugeot, una donna in giacchetta viola, unghie lunghissime rosso fiamma. «Al Museo Archeologico per favore». È salito anche il tizio, si è messo davanti. I due hanno preso a parlare in dialetto. Tassametro spento. Nel quarto d’ora di tragitto hanno ridacchiato, parlavano di «Scopelliti che va in giro ancora con la scorta». Trattasi di Giuseppe Scopelliti, fino ad aprile scorso presidente della Regione, condannato a sei anni per questioni di bilancio. Il cristone lamentava mal di testa. Ha detto «C’è scirocco. Mi toglie il sonno», e siamo arrivati. La corsa è costata 30 euro. Però.

Ore 11.30, Museo Archeologico. È un palazzone di marmo chiaro, largo. Dell’architetto Piacentini, che era il preferito del Duce. Tutto ripulito, restaurato. Chi ha letto i giornali sa che in gran parte è ancora chiuso, chi si è distratto potrebbe anche ignorarlo. Ma quant’e grande questa gran parte chiusa? La cassa è un isolotto con libri, cataloghi, souvenir in mezzo all’atrio enorme e vuoto. Al posto del naufrago, una signorina con gli occhiali. In bella vista c’è un libro di Vittorio Sgarbi, “Nel nome del figlio”, offerto a 10 euro invece che a 24. Sgarbi era tra quelli che volevano mandare i Bronzi a Milano per l’Expo. L’ingresso è a 5 euro, riduzione. Perché, spiega la signorina, sono aperte solo due sale, la prima e quella dei Bronzi. Solo due sale, su tre piani di Museo? «Per ora sì». E quando riapre davvero? Lei, con l’aria di chi lo ripete per la millesima volta: «Noi non lo sappiamo, siamo un servizio esterno. Il restauro è finito, manca solo l’allestimento».

E ora veniamo al dunque. La prima sala, a sinistra, ha: l’Acrolito di Apollo (una testa del V secolo); il Kouros di Reggio, una bella piccola statua in marmo di Paros con le braccia mozzate; un cavaliere di terracotta proveniente da un tempio di Locri Epizefiri; due altri meravigliosi dioscuri a cavallo con tritoni (ho segnato tutto). Sono pezzi di grande pregio. Ma si contano sulle dita di una mano. In fondo – chissà perché – c’è un arazzo fiammingo del Museo Diocesano di Gerace, restaurato nel 2011. Fine.

Due svizzeri vagavano smarriti. Due altri borbottavano in spagnolo. Dopo cinque minuti eravamo in cinque davanti alla seconda sala (delle due). Un usciere annoiato che parlava solo italiano ci ha fatti aspettare seduti. C’era un video sulle varie fasi del restauro e sul trasferimento dei Bronzi, prima a Palazzo Campanella, sede del Consiglio regionale, poi qui all’Archeologico, da dicembre scorso. Molti dettagli tecnici: scannerizzazione, gammagrafia, telecamera endoscopica. Agli svizzeri il custode ha detto: «Un attimino e vi faccio entrare, eh? Tre minuti». È per far decantare le polveri. Poi siamo entrati insieme. «State venti minuti, eh? Venti minuti».

I Bronzi, va detto e ripetuto, sono fantastici. Sembra di conoscerli da sempre. Il metallo è pulito e lucente. Sono alti due metri, ma poggiano su una base in marmo antisismica, è come se fossero lievemente ingigantiti rispetto alla nostra stazza di umani. Le spalle, gli occhi bianchi, i muscoli, il portamento: sono due eroi riapparsi dal nulla, incutono rispetto. Irradiano una forza. Ci si gira attorno in silenzio. Gli spagnoli si fanno i selfie, gli svizzeri no.

Ma intorno? Sui muri bianchi devono aver usato idropittura da appartamento anziché uno smalto lavabile: fino a un metro d’altezza sono pieni di segnacci neri, di scarpate. Dopo così poco tempo! Se hanno fatto i lavori così (32 milioni, pare, per l’Archeologico), ci vorrà un altro milione per gli imbianchini. Oh, ecco i due pannelli che illustrano il restauro e le basi antisismiche: il linguaggio è difficile, bisognerebbe essere ingegneri, o almeno archeologi. E il turista, poveretto? Non c’è scritto chi sono i Bronzi, dove li hanno trovati, la cornice storica, il contesto dell’arte greca. Oltre ai due è esposta solo una piccola testa in bronzo (detta di Basilea); l’altra (detta del Filosofo) non c’è, perché è in prestito ad Atene.

Dentro si può stare 20 minuti. Come al Cenacolo di Leonardo a Milano. Qui però nessuno controlla, si può stare anche mezz’ora. Entrati in cinque, alla fine siamo in nove. Per uscire dalle porte automatiche bisogna chiedere all’altro custode. Ahi, si è assopito sulla sedia. Va svegliato con delicatezza, anche a nome degli svizzeri, imbarazzati. Sono così colpiti dai Bronzi che non osano dir niente. Il custode aziona il telecomando.

È durata 35 minuti in tutto la visita al Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria: per sei sculture, un arazzo della Diocesi, e i Bronzi. I tre piani restanti, vuoti, inaccessibili. Dicono che ci vengono 4 mila visitatori al mese. Sarà. Di sicuro questo era un martedì fiacco. Prima dell’uscita, in un corridoio, c’erano quindici quadri moderni sul tema dei due eroi. Uno era un fotomontaggio, i Bronzi giganti al posto delle Twin Towers. Un usciere, interpellato: «Il Museo aprirà, all’80 per cento, entro l’estate 2015». Entro l’Expo? «Così pare». All’ultimo piano ci sarà una terrazza con ristorante. Suona bene, sarebbe una bella novità.

Erano solo le 12. L’aereo partiva alle 19.10. Ci siamo disposti a una lunga passeggiata per Reggio. L’Archeologico, provare per credere, è l’unico museo degno di questo nome. Dovrebbe essere l’attrazione massima della città; della «città dei Bronzi». Ma la piazza del Museo è desolata. Di fronte il monumento a un certo De Nava (anno XIV E. F., Era Fascista), qualche oleandro, pitosfori, l’erba tutta secca. E dietro, un rudere coperto da un telo sporco con scritto “Roof Garden, un nuovo progetto per una città nel futuro”.

Corso Garibaldi è l’arteria centrale. C’è l’austera piazza Italia, con Municipio e Prefettura. Il corso era senza auto, pedonalizzato, anche con bei negozi. Dall’altro capo, risalendo, stavano rifacendo l’asse stradale. Una buona notizia. Una locandina diceva «Trionfa Falcomatà». È il sindaco neo eletto, dopo il lungo commissariamento. Giuseppe Falcomatà, 31 anni appena, figlio di un ex sindaco. In giro c’erano tanti manifesti appesi, sia delle comunali, sia delle regionali. Facce su facce; tranne quella del sindaco ragazzo, che ha vinto col 61 per cento.

All’incrocio con via Giudecca, altra sorpresa: cinque tratti di tapis roulant, tipo aeroporto. Duecento metri in lieve salita. Fermi, fuori uso. Da due anni. Si è messo a piovere. Di fronte alla Banca d’Italia cascava a fagiolo il bar pasticceria Cordon Bleu. Vicini di tavolo, una coppia del Belgio, arrivata da Matera. Pranzo ottimo: crudo e bufala, involtini di vitello, due paste alla mandorla, un bicchiere di rosso. A ogni portata il cameriere, cortese, ripeteva «Ecco servito». Per soli 18 euro. A Milano, figuriamoci. Poi è spiovuto.

Ecco il Teatro Cilea, bianco e luminoso, in restauro anch’esso. Restauro finito al Duomo, invece, però chiuso. Ed eccoci ai Giardini Umberto I, con bellissimi alberi, querce, canfora, gingko biloba. Ma le aiuole trascurate, i lampioni spaccati a sassate. Che peccato. Il centro abbandonato dai suoi stessi abitanti.

La perla di Reggio è il Lungomare Italo Falcomatà. L’ex sindaco. È un’ampia passeggiata alberata sullo Stretto, nei giorni tersi si vede fino all’Etna. Molti edifici sono del primo Novecento, alcuni ben tenuti, altri meno. Rari forestieri nell’Anfiteatro Ciccio Franco, con il busto bronzeo al “Leader dei Boia chi molla”, datato 2005. Il monumento a Vittorio Emanuele III è del 1932. Qui e là fasci littorii, tracce varie del Ventennio.

Un pescatore pescava boghe e saraghi, tranquillo, in acque pulite. Una meraviglia, davvero, questi alberi di ficus. Tanti ficus magnolioidi, fitti, robusti, splendenti, con chiome giganti. Come quelli famosi di Palermo; forse più impressionanti ancora. Perché non si parla di queste bellezze? Sopra, nel cielo che imbruniva, stridevano migliaia di stornelli. Tra poco volano in Africa, ha detto un vecchio. Non bisognerebbe dire «la città dei Bronzi», ma «la città dei Ficus».

Per tornare all’aeroporto, una barista gentile ha chiamato un amico suo, Alessandro. Niente tassametro, però 20 euro e non 30. Un affare. All’aeroporto eravamo quattro gatti, tra le seggiole rosse dell’Algida. Il volo per Roma (19.10), poi quello da Fiumicino per Linate (22) erano in orario. Brava l’Alitalia, poverina. A mezzanotte e mezza a casa, dopo 19 ore. Stanchezza, stupore. E domande: su quanto è strana la nostra bella Italia.

Fonte: http://espresso.repubblica.it/attualita/2014/11/28/news/i-bronzi-di-riace-giganti-solitari-nel-museo-semideserto-1.189876?ref=HEF_RULLO


 Nota di AeroportoRC.com:

Nulla di nuovo per lo Staff di AeroportoRC.com che da anni pone all’attenzione dei lettori le diverse criticità che incontrano i turisti. Il tutto nell’indifferenza di chi dovrebbe agire per il bene di questa terra. Bisogna far tesoro del giudizio che viene dato alla nostra Città da chi viene da fuori poiché rappresenta una voce genuina ed immacolata da qualsivoglia interesse.

Forse siamo stati graziati dal giornalista visto che non si è fatto cenno ai cumuli di rifiuti che invadono le strade, ma niente paura ci ha pensato Striscia la Notizia a darne risalto. Un motivo ci sarà se la classifica de Il Sole 24 Ore sulla “Qualità della vita” pone per il 2014 la Città di Reggio Calabria al penultimo posto alla posizione 106 su 107.

Verrebbe scontato dire “visto che i Bronzi non possono andare all’Expo allora portiamo i turisti a Reggio Calabria”. Ok, ma non ci sembra che ne Sogas e ne gli Enti locali si stiano muovendo in tal senso. Anche se non c’è la fila di compagnie aeree pronte ad atterrare al Tito Minniti e probabilmente mai ci sarà, siamo dell’idea che andrebbe organizzato nel dettaglio tutto il sistema per far si che il turista possa non solo trovare aerei e tariffe accessibili, ma anche tutto il resto. Ci rendiamo conto quanto sia difficile in meno di 5 mesi uscire da un letargo che dura forse da 50 anni, ma bisogna pur ripartire, altrimenti possiamo dire che siamo sulla strada giusta per aggiungere anche l’Expo 2015 alla lista delle innumerevoli occasioni perse.

Lo Staff di AeroportoRC.com


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45 commenti

  1. e si spiega tutto altro che citta’ matropolitana

  2. alcune esagerazioni….certo preso sotto data anche il milano-londra con alitalia costa uno sproposito…
    per non parlare dell’aspetto politico dell’articolo…vabbè l’espresso…normale.
    se poi vogliamo definire giornalista uno che non sa cosa sia un anfiteatro e non si documenta arrivando a confondere pollino con aspromonte…

  3. @ Pilota75:
    aspetto politico????

  4. E’ pura verita’ quello che e’ stato scritto. Questa estate sono andato a vedere i Bronzi con la mia famiglia(viviamo in Canada) e abbiamo provato la stessa malinconia nel vedere il Museo con sole due sale aperte. I taxi poi sono un vecchio problema a Reggio Calabria e nessuno e’ mai riuscito a mettere ordine in quella specie di jungla. Mi dispiace ammetterlo ma abbandono, decadenza e degrado sono la realtà’ sotto gli occhi di tutti ed il giornalista ha descritto bene l’ambiente reggino attuale.

  5. Il fine del messaggio a tutt’Italia del capo redattore dell’Espresso sembra chiaro. Quanto é strana la nostra bella Italia.
    I Bronzi forse era meglio esporli nella sua “Milano da bere”? Non é detto che abbia torto.Capitale dell’economia Italiana,dove tutto funziona,dove la crisi é altrove,dove una semplice passeggiata ti puo’ costare la vita,là, dove i suoi cittadini organizzano le “ronde”per proteggersi dall’oceano di micro criminalità, senza riuscirci. A mio parere meglio la città dei Ficus.
    Le verità su questo articolo francamente sono tante, (accessoriate da notevoli punzecchiature politiche). Evidenziate tutte le criticità con certosina chiarezza della sofferenza cittadina. Messaggio inviato ai nuovi governanti!
    Mi chiedo se un pernottamento avrebbe evitato questa sfacchinata con19 ore di viaggio? Certo che si !

  6. @ aiofb:
    tu non puoi capire….

  7. @ Tex:
    ho parlato di esagerazioni, non di falsità.
    Se io domani decidessi di andare a new york per un giorno solo, posso poi lamentarmi di essere stanco e di aver pagato assai il biglietto?
    Magari con blu express pagava la metà, quei soldi risparmiati sul biglietto li impiegava per dormire e cenare (gli restavano anche) e metà del suo articolo non avrebbe avuto senso….

  8. Roberto Sartiano

    @ Pilota75:
    L’aspetto politico non ci interessa quando vengono narrate delle verità (con tutti i limiti che può avere una persona che non conosce la Città). Perche non ci dobbiamo nascondere dietro un dito quando sappiamo benissimo che quelle verità chi vive a Reggio le vede ogni giorno ed ormai non ci si fà più caso.
    Le esagerazioni fanno parte del giornalismo al giorno d’oggi. Io credo che se fosse andato a visitare un altra Città avrebbe scritto le stesse “esagerazioni”.

  9. Dall’articolo si evince pure che a Milano se vuoi prendere un volo del mattino (neanche poi troppo presto 7:20) “non puoi contare sui mezzi pubblici” che la metropolitana non collega l’aeroporto cittadino di Milano, che una giornata di parcheggio costa 26 euro e che per mangiare qualcosa di decente in un locale devi fare un mutuo… Come dice il giornalista “quanto è strana la nostra bella Italia”

  10. @ Roberto Sartiano:
    infatti ho detto:”per non parlare…” però non si può far finta che il 40% dell’articolo è politico.
    Sono esagerazioni perchè hanno esternato ciò che succede in quasi tutte le città del mondo quando si prende un aereo enfatizzando cose piccole.

  11. A Milano ci arrivi a Linate con i mezzi pubblici. La mattina prima delle sette ci impieghi un po’ di più ma ci arrivi. Prova a raggiungere l’aeroporto di Reggio da Messina (o da Reggio stessa) la mattina, piuttosto.

  12. E pensare che sulla rivista Ulisse di Alitalia del mese di dicembre viene riportata un’offerta con la quale acquistando un biglietto per il museo di Reggio, il volo a/r Roma-Reggio C. costa €99,00 e il volo Milano/Reggio C. €109,00…
    Con questo voglio dire che qualche piccolo progetto di sviluppo turistico in itinere c’è, manca tutto il contorno!!!

  13. @ giuseppe:
    semplicemente il giornalista ha fatto un articolo su commissione.
    Se fosse andato sul sito del museo (cosa che farebbe qualunque persona normo-dotata prima di partire per un day trip) avrebbe scoperto che sono aperte solo due sale…
    poi che a milano alle 530 del mattino non ci sono autobus non capisco cosa incida sul viaggio verso reggio…se doveva andare a catania l’autobus ci sarebbe stato?

  14. Roberto Sartiano (Fondatore)

    @ giuseppe:
    Purtroppo quelle Offerte sono una presa in giro perchè ti costringono a prenotare tramite il Call Center spendendo un sacco di soldi e poi perchè l’offerta è valida solo nei week end e ti costringono a pernottare anche per più notti.

    Ad esempio leggete questa assurdità di clausola:
    Il biglietto aereo agevolato prevede la partenza il venerdì ed il ritorno la domenica per i voli da Linate; la partenza il giovedì ed il ritorno la domenica o il lunedì per i voli da Torino e la partenza il sabato con rientro la domenica per i voli da Roma Fiumicino.

    Se non sbaglio il giornalista nell’articolo ha scritto che dopo quei 30 min di visita al Museo non sapeva più che fare, cosa vedere e dove andare. Figuriamoci uno che si deve stare qua 3 giorni abbandonato al proprio destino.

  15. @ Pilota75:
    io capisco e pure bene , non molto tempo fa’ la questione museo bronzi e aeroporto l’avevo posta io .

    evidentemente non hai molta memoria.

  16. @ aiofb:
    e cosa centra con l’aspetto politico dell’articolo?
    Quale sarebbe la questione, ancora non capisco….

  17. Ragazzi vorrei fare una considerazione …..da noi abbiamo un aeroporto con molte potenzialità ma è alla mercé dei speculatori dei soldi pubblici…. Mal investiti e mal gestiti … Ora io mi domando a crotone come è stato possibile renderlo più funzionale del nostro aeroporto in soli due mesi???? Crotone è un paesino rispetto a Reggio ma i voli viaggiano con una lf altissima…di questo passo rischieremo di esser tagliati fuori dall ottica aeroportuale regionale…. Perché avendo Lamezia per i voli di linea business e crotone per i low-cost Reggio con le sue perdite che senso a tenerlo aperto….

  18. Roberto Sartiano (Fondatore)

    @ Xxx889:
    Dai miei calcoli Ryanair a Novembre ha viaggiato con un Load Factor del 70 – 75 % da Crotone. La Regione, o meglio, la Stasi oltre ad incentivare le tariffe aeree ha messo Pullman da Cosenza, Catanzaro e Sibari. Hanno saputo lavorare ed investire i soldi, ma quando finiranno si tornerà come prima.

    Oggi è Sabato e l’Aeroporto dello Stretto ha solo 3 voli sul timetable. Sicuramente in questi mesi ancora più reggini saranno andati a Lamezia per volare, è inutile nasconderlo.

  19. @ Pilota75:
    la risposta e nel post n 18 di roberto.

    se ci sono i voli andata e ritorno in giornata i turisti vengono visitano il museo , lungomare , mangiano e la sera tornano a casa , ma purtroppo questo lo puoi fare solo da lamezia che senza offesa per i lametini li che io sappia non cè molto da visitare in giornata .

    basterebbe mettere dei voli il fine settimana e sotto i ponti e festività , per generare turismo su reggio usando i bronzi di riace come volano economico .

  20. @ Roberto Sartiano (Fondatore):
    il mio spavento e che si crei una simbiosi Lamezia crotone….perché entrambi sono messi in posti strategici …e se a crotone migliorano la 106 ..per noi è la fine

  21. @ aiofb:
    infatti il giornalista ha fatto quello che dici tu…è arrivato in mattinata ed è ripartito la sera..ma lo hai letto l’articolo?

  22. @ Xxx889:
    perchè paura…la strada è tracciata: ritiro concessione soc. s.anna (prossima al fallimento e con concessione in ritiro) bando, se lo prende la sacal e la società unica inizia a prendere piede. Nel frattempo la sogas fallisce (il tribunale di rc sta attendendo il via da crotono) e idem li.
    almeno ci sarà una progettualità unica.

  23. Roberto Sartiano (Fondatore)

    @ Xxx889:
    Preoccupati della nuova A3.

  24. @ Roberto Sartiano (Fondatore):
    infatti…ora sarà più facile arrivare a lamezia da reggio..una figata, voli a/r a 25 euro e 50 minuti di auto…

  25. @ Pilota75
    Mi pare che per impiegare 50 minuti da casello a casello sarà necessario tenere una media di oltre 150 km/h……
    Tu la consigli?

  26. @ Franco41:
    io vado 180….

  27. Non è un esempio da seguire…

  28. @ Franco41:
    ma gli rispondi pure , questo sta qui a prendere in giro la gente .

  29. Roberto Sartiano (Fondatore)

    @ Pilota75:
    180? Ma giochi a chi arriva ultimo è scemo?

    Sarebbe il caso di fare i seri quando si posta nei commenti.

  30. @ Roberto Sartiano (Fondatore):
    sono serio, ormai l’autostrada è finita, dopo scilla si può camminare. cmq il punto non è 180 o 150, anche a 130/h si fa in un’oretta…ne più ne meno quello che fa chiunque per raggiungere un aeroporto. (fiumicino, linate, malpensa, ecc. ecc.)

  31. Confermo sono rientrato da Londra giovedì via Lamezia e con la nuova autostrada devo dire che è comodissimo. A Reggio siamo indietro ma non poco, se poi mettono pure pullman x e da l aeroporto di Lamezia, penso che Reggio può chiudere.@ Roberto Sartiano (Fondatore):

  32. Rispettando il Codice della Strada, dal centro di Reggio (stazione Centrale) ci vorranno circa un’ora e trenta minuti anche a lavori autostradali finiti.

  33. @ Franco41:
    abito a gallico…dici che devo andare alla stazione e partire da li?
    O pensi che una persona che abita a catona, villa, scilla stia ancora a pensare se meglio reggio o lamezia?
    Vedi Franco, tu ragioni esattamente come quelli della sogas…nel loro piccolo mondo, per loro l’utente (guai a chiamarlo cliente, poi accamperà dei diritti…) è solo quello che vive dentro la città….continuate così, poi quando vi ritroverete in 4 in aerostazione sarete contenti perchè vi sembrerà bella grande….

  34. Sabato 6 dicembre u.s. ho preso il Volo Alitalia delle ore 08:00 per Milano Linate, tanta gente ed anche di età giovane!

    Ho pagato un prezzo di andata e ritorno decisamente molto basso rispetto a Trenitalia !

    Ho portato un bagaglio in stiva (24 Kg !! anche se la signorina alla biglietteria mi ha detto di stare attento al peso alla prossima volta!) un bagaglio a mano ( 8,8 kg !) e un piccolo zainetto con me!

    L’aereo era strapieno diciamo pochissimi posti liberi !

    Durante il volo è stato offerto una bevanda e biscottini!

    Volo in perfetto orario ed i bagagli a Linate in tempo record consegnati!

    Una sola pecca il Bar a Reggio Calabria era chiuso!!

    Quindi mi auguro che Alitalia sia sempre presente nell’Aeroporto di Reggio Calabria MA
    soprattutto che ALTRE Compagnie possano sul SERIO operare anche in questo Aeroporto!

    Occorrono senza ombra di dubbio anche i Voli Low Cost perché questi permettano a tante persone di poter
    utilizzare l’aereo MA soprattutto a gonfiare il numero di passeggeri di un dato Aeroporto con tutti gli annessi e connessi!

    Adesso dopo il voto cittadino e regionale la Sinistra ha il peso morale ma anche politico di dare l’indirizzo giusto
    a questo Aeroporto !

    Staremo a vedere, NOI siamo qui!

    Per ultimo l’autostrada A3 è quasi finita MA da Reggio Calabria (Superficie Comunale 236,5 Kmq) a Lamezia Terme svincolo autosdradale occorono più di H 1:30 di viaggio !

    Questa è la realtà!

    Un sincero abbraccio ai Ragazzi del Sito !

    Un BUON NATALE a TUTTI VOI da Domenico. !

  35. @ DOMENICO:
    è inutile scrivere , ormai tutti pensano che il minniti sia morto , la regione presto non avrà piu soldi per finanziare lamezia e in calabria ci ritroveremo con tre aeroporto in decadenza , ma vallo a spiegare a chi non ha orecchie.

    ormai la gente vive non avendo memoria del passato a quanto pare non vedono oltre il dopodomani, sogas compresa .

  36. @ aiofb:
    la regione cosa ha finanziato a lamezia? ce lo sai dire? la sacal è praticamente privata e usa i fondi propri per finanziarsi.
    semmai è reggio che chiuderà non avendo un piano industriale ed è totalmente pubblica.

  37. @ Pilota75:
    vallo a dire al comune di Lamezia , ci sono tanto di conferenze stampa pubblicate su You tube
    ma ovviamente , chi non ha memoria può giocare la carta della verginità.

    dopotutto la prostituzione è un mestiere che gratifica molto il cliente e la prostituta.

  38. @ aiofb:
    pubblica tu e vediamo se si tratta di finanziamento o altro…come ti brucia….

  39. @ aiofb:
    poi scusa…prima parli della regione, ora non sapendo rispondere citi il comune di lamezia…mai che riesci ad argomentare le inutilità che scirvi

  40. Pilota cerca di leggere meglio!
    La Regione su Lamezia ha finanziTo il progetto Ryanair e lo finanzia ancora oggi!
    Finché dura…………

  41. @ Luigi:
    tu parli di contributi, sono stati dati anche alle compagnie da reggio e da crotone.

  42. Ne hai contezza?
    Leggi meglio e tutte le notizie

  43. @ Luigi:
    io si…tu no evidentemente…con aiofb ci girate in torno da 2 giorni e ancora aspetto di vedere un documento che attesti di questi finanziamente dati solo a lamezia.

  44. non c’è bisogno di certificazioni lo vedo già quando faccio il biglietto. Mi sa che qui state perdendo di vista la realtà

  45. @ AIOFB Bravo staremo a vedere!

    Già la Regione Puglia ha invertito la rotta!

    Bisogna sempre vedere chi sono i SOCI di una Compagnia di Gestione, a quale gruppo politico si appoggiano a quale corrente e a quale bordata economica fanno riferimento e poi si può discutere quanto si vuole!

    Di contro la SOGAS rispecchia il vecchio mondo politico italiano e quindi i suoi SOCI sono ampiamente conosciuti
    nella loro totale impotenza e consistenza politica : quindi è facile usare il coltello quando il toro è al macello!

    E’ chiaro il concetto?

    Questo sta succedendo all’Aeroporto dello Stretto aspettiamo e vedremo se la Nuova Gestione sarà fatta con i Nuovi Criteri e sopratutto quando la BUFERA POLITICA sarà passata!

    Avete inteso?

    Un Saluto da Domenico a Tutti Voi!

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