Sogas: Ennesimo golpe e politica miope

Riporto da CorriereDellaCalabria.it:

Aurelio Chizzoniti

Anche a voler considerare superficialmente la drammatica situazione in cui versa la Sogas Spa ci si accorge in termini evidenti e quanto mai persuasivi che mentre l’aeroporto di Lamezia – da sempre governato da manager competenti e illuminati – supera i due milioni di passeggeri annui, da queste parti c’è chi ciurla nel manico e non si rende conto dell’assoluta insufficienza di tutte le gestioni che si sono susseguite dal 1999 ad oggi. Alcune saranno ricordate per lo sfizio delle carte di credito aziendali, altre per il telegrafico incremento dei voli funzionali a campagne elettorali parlamentari, per l’aumento degli stipendi, per le assunzioni di parenti intimi di sindacalisti particolarmente indulgenti con la proprietà; gli stessi che nel corso della riunione del consiglio provinciale presso l’aeroporto non hanno esitato ad applaudire il responsabile numero uno della voragine finanziaria che grava sulla Sogas, Pietro Fuda, ignorando i pur apprezzabili interventi del governatore Giuseppe Scopelliti, del presidente della Provincia Giuseppe Raffa e del presidente della Camera di Commercio Lucio Dattola. Non è un caso se alla Sogas per un verso i parenti dei sindacalisti ex ante assunti fanno carriera (vedi mansionario in vigore dal 21.11.2011), così come quelli di alti dirigenti dell’Enac che dovrebbero quindi controllare i propri congiunti, la struttura doganale frontaliera rischia la soppressione seguendo la stessa sorte dei voli negati dall’Alitalia, per altro c’è chi pensa a strumentalizzare una normativa Enac risalente al 2006 per assumere altro personale. Quindi si avvia una selezione puntualmente assentita dalle sigle sindacali minoritarie dell’Uil e della Cisl ma apertamente contestata dall’Ugl e dalla Cgil, non foss’altro perché fortemente penalizzante il personale dell’indotto e della stessa Sogas che ha lodevolmente espletato il servizio di assistenza ai passeggeri non autosufficienti, fonte genetica dell’iniqua selezione concorsuale che quantomeno l’Ugl si accinge a impugnare davanti alla competente magistratura. Ciò perché, mentre i predetti dipendenti hanno per anni garantito il servizio senza che mai fosse riconosciuto ufficialmente il profilo professionale, il bando indetto prevede quale titolo preclusivo il conseguimento delle idoneità alle mansioni di cui sono in possesso gli appartenenti ad un Ente no profit i cui “volontari” sono costati alla Sogas 60.000 euro all’anno dal 2008 ad oggi. Si dirà a titolo di rimborso spese. Ma perché i lavoratori dell’indotto Sogas hanno garantito lo stesso servizio a costo zero? In quest’ottica appare facile indicare in alcuni parenti di sindacalisti e di componenti del cda della Sogas chi occuperà i primi posti della graduatoria i cui nomi sono stati rifilati al presidente della Sogas, nel corso di una recentissima riunione, da un pensionato Alitalia-sindacalista Uil. Lo stesso che ha già risolto qualche problema familiare (assunzione della figlia) ma che continua a esercitare funzioni sindacali “cicero pro domo sua” residuando ancora qualche altro problema da risolvere (nipote). Perché allora non qualificare e quindi assumere il personale sfruttato e sottopagato dell’indotto Sogas che ha già garantito per anni l’assistenza ai disabili nonché l’operatività giornaliera dei voli non Alitalia? E come spiegare l’indifferenza dell’Enac? Forse con il ridotto potere contrattuale connesso alla pregressa assunzione in Sogas del fratello di un alto dirigente del predetto ente che opera proprio all’aeroporto di Reggio con funzioni di controllore? In questa ottica nessuno pensa di assorbire il personale Alitalia per puntare alla gestione totale dei flussi di traffico indispensabile per sopravvivere, continuando ad inseguire obiettivi complementari nel cui contesto si dimentica che l’utenza messinese incide in media con non più di 15-20 passeggeri per volo. Conseguentemente non è il collegamento con Messina il problema prioritario, ma casomai quello della privatizzazione coinvolgendo tour operator della Sicilia orientale al fine di inserire l’aeroporto dello Stretto in un vasto e ampio rapporto sinergico con quello di Catania e di tutta l’area messinese, divenendo la terza pista dell’aeroporto etneo. Ma questi sono progetti di foscoliana memoria “a egrege cose il forte animo accendeno l’urne dei forti…” per cui prendo atto che a fronte di favorevoli soluzioni di problemi personali la Sogas e i sindacalisti privilegiati non guardano oltre la siepe ovvero al di là della cerchia familiare. Cui prodest quindi continuare ad erogare ingenti risorse finanziarie per garantire stipendi d’oro e ulteriori assunzioni agli insaziabili sindacalisti? Giuseppe Scopelliti, Giuseppe Raffa e Lucio Dattola condividono l’ennesimo golpe che si sta consumando in un coacervo di biechi interessi trasversali che contano su un occhio solo? Ma certamente più che sufficiente per distruggere quello che resta di un aeroporto la cui storia infinita è ancora lontana dallo scrivere il capitolo conclusivo. A meno che la Procura della Repubblica non decida di occuparsene violando le segrete stanze dentro le quali si annidano immobili quanto stagnanti pseudo-mutamenti nonché evidenti contraddizioni laddove si parla di cassa integrazione per appena tre dirigenti, la cui attivazione postula la declaratoria di crisi aziendale (ipocritamente negata) quale precondizione operativa. Rendendo, per l’effetto, la Sogas una realtà contraddistinta da angoli insospettabili. Mentre la politica miope continua a non capire che alla causa dell’aeroporto dello Stretto non servono amici spacciati per inventori del volo, fra l’altro super pagati, perché basterebbe semplicemente un “nano”. Non necessariamente austroungarico ma anche semplicemente lametino.

Fonte:

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Riporto da ReggioTV.it:

La situazione riguarda le maestranze attive alla Sogas. E se il contenzioso pregresso non sarà risolto, arriverà una pioggia di licenziamenti
Sicurcenter, lavoratori senza certezze (e senza lo stipendio per di dicembre)

Reggio Calabria. La Uil-Tucs di Reggio Calabria intende <denunciare la grave situazione in cui versano i lavoratori della Sicurcenter s.p.a., operante, tra l’altro, presso l’aeroporto “Tito Minniti” i quali ad oggi hanno percepito, con ritardo, metà delle spettanza dl novembre e della tredicesima, né allo stato attuale si hanno garanzie su se e quando potranno godere dello stipendio di dicembre appena trascorso>.

<Oltretutto, la scrivente – così il segretario provinciale del sindacato di categoria, Sabrina De Stefano – è stata notiziata dalla stessa Sicurcenter riguardo al pericolo concreto, finanche di licenziamento, in cui tali lavoratori potrebbero, malgrado loro, incappare, a causa della controversia intercorrente con la SO.G.A.S. s.p.a. che. come evidenziato dalla lettera di diffida e messa in mora del 7/12/2011, non ha ancora ottemperato al pagamento di quanto dovutole per i servizi contrattuali resi, per cui tale debito “penalizza l’operatività della Sicurcenter lngessandola di oneri finanziari di grande rilievo” e che “permanendo tale stato di cose, l’azienda provvederà, ove possibile, alla riduzione all’essenziale dei servizi contrattualmente dovuti (…) con refluenze sul livelli occupazionali in essere”>.

Così, al di là delle considerazioni di merito, <questa Organizzazione Sindacale – si legge nella nota diramata agli operatori dell’informazione – non può e non intende accettare che, come ai solito, a dover pagare le conseguenze derivanti dalle manchevolezze altrui siano i lavoratori che, è bene precisare, fino ad oggi hanno sempre e comunque svolto le proprie mansioni con responsabilità e senso del dovere, per garantire i servizi essenziali a cui sono demandati pur in assenza di regolari pagamenti. Per cui, in mancanza di rapide ed incisive novità, la Uil-Tucs si vedrà costretta a proclamare lo stato di agitazione del personale, convinta che tale protesta, quantomai sacrosanta e proporzionata all’incoscienza e superficialità dimostrata da chi ha causato il verificarsi di una situazione cosi incresciosa, risulti indispensabile al fine di sollecitare chi di dovere a garantire una e definitiva soluzione di ogni criticità>.

Mario Meliadò

Fonte:


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