La remissione delle imposte addizionali di imbarco deve avere la precedenza sulla continuità territoriale

Riceviamo da Alessandro Riolo e pubblichiamo:

Alle portavoci del M5S Elisabetta Barbuto e Margherita Corrado,
gentili Elisabetta e Margherita,
vi scrivo questa lettera aperta dopo aver letto il vostro articolo “Continuità territoriale per l’aeroporto di Crotone” pubblicato sul sito Itanews per chiedervi di riconsiderare la strategia di puntare a a riottenere la continuità territoriale per l’aeroporto di Crotone.
Non mi aspetto che i politici siano dei tuttologi, ed accetto di buon grado che tutti possiamo sbagliare, e non so chi sia a consigliarvi per quanto riguarda il settore del trasporto aereo civile, ma la continuità territoriale non é quello che primariamente serve per permettere lo sviluppo dell’aeroporto di Crotone, e non è certamente quello che serve a nessun altro delle decine di piccoli aeroporti italiani.
Tranne che per due casi specifici, Lampedusa e Pantelleria, la continuità territoriale non é la prima misura di cui necessitano i piccoli aeroporti italiani, e va considerata soltanto come extrema ratio, e solo dopo aver tentanto altre misure.
Il problema della mancanza di collegamenti, e del costo elevato di quelli esistenti, è vero ed è innegabile per gli aeroporti delle zone meno sviluppate e più periferiche del paese, ma la continuità territoriale non é la risposta migliore a quel problema.
La soluzione a quel problema può venire soltanto se si incentiva in maniera robusta e sistematica l’incremento dei collegamenti aerei. E l’azione prioritaria per iniziare a materializzare tale incremento può essere soltanto una profonda revisione dell’imposizione fiscale sugli imbarchi nei piccoli aeroporti.
L’Italia é uno dei pochi paesi europei, 5 o 6, che impone delle imposte di imbarco aeroportuali (e per inciso: alla UE importa, per questioni inerenti la competizione, delle tasse e dei diritti di imbarco, ma non delle imposte di imbarco a cui mi riferisco, per cui il governo italiano ha le mani completamente libere, può agire quando vuole); mi riferisco a tre imposte: l’addizionale comunale sui diritti d’imbarco, l’IVA al 10% sui voli nazionali, in primis quella sulla stessa addizionale (una imposta su una imposta che grida vendetta), e l’IRESA (una imposta regionale che fortunatamente la Regione Calabria non ha introdotto). Per ogni imbarco da Crotone, ma anche da Lamezia Terme o da Reggio Calabria, si tratta per ogni passeggero di €6,50 di imposte sui voli internazionali che diventano €7.15 di imposte su quelli nazionali.
Togliere le imposte addizionali di imbarco a tutti voli in partenza e diretti a tutti i piccoli aeroporti italiani avrebbe un impatto, a parità di costo, di almeno di un ordine di grandezza maggiore della continuità territoriale. Le mie personali stime variano da 10 a 50 volte maggiore. Parliamo di 200 nuove rotte e 6000 nuovi posti di lavoro distribuiti in tutta Italia.
Se non é proprio possibile togliere le imposte aeroportuali ai piccoli aeroporti per ragioni di bilancio, si potrebbero alternativamente rimodularle in maniera intelligente, ad esempio aumentandole leggermente nei grandi aeroporti, dove la domanda é rigida per incrementi di pochi euro nel costo dell’offerta, ed annullandola nei piccoli aeroporti, che vengono uccisi dall’attuale livello impositivo. Ho fatto i conti, e si può fare a gettito invariato.
Non mi aspetto che prendiate le mie parole come oro colato.
Ma vi chiedo: perché non invitate il governo a parlarne direttamente con i vettori?
Chiedete anche voi a Danilo Toninelli e Michele Dell’Orco di invitare l’amministratore delegato o qualche altro alto papavero di Ryanair, e chiedigli quante nuove rotte potrebbe aprire in cambio della remissione totale delle imposte addizionali di imbarco in partenza ed arrivo da tutti i piccoli aeroporti italiani.  E provate a confrontare la risposta, con il costo ed i risultati della continuità territoriale.
Cordiali saluti,
Alessandro Riolo

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15 commenti

  1. Perché la non la finiamo di dare denaro pubblico ai vettori e lo utilizziamo invece per manutenzionare ospedali, scuole strade e altro? Del resto le alternative per spostarsi ci sono!

  2. @ AIR:
    d’accordo

  3. Alessandro Riolo

    @AIR & @Pilota75 togliere le imposte addizionali di imbarco serve proprio all’opposto di dare denaro pubblico ai vettori. Serve a rendere competitivi i piccoli aeroporti, e mitigare il rischio che la politica locale e regionale sia costretta a sborsare denaro dei contribuenti per mitigare gli effetti dannosi dell’eccessiva imposizione fiscale sugli imbarchi.

  4. @ Alessandro Riolo:
    non è che ripetendo a pappagallo la stessa cosa ci convinci.
    Ti ho fatto degli esempi.
    Puoi contestarli?
    I 7 euro lo sai chi li paga? la compagnia o il pax?

  5. Alessandro Riolo

    @Pilota75 i €6,50, che diventano €7,10 sui nazionali per l’applicazione dell’IVA, li pagano ovviamente i passeggeri, ma incidono sul margine del vettore, perché ovviamente i passeggeri sono disponibili a pagarli, altrimenti non volerebbero.
    Il margine netto medio di Ryanair é il 23%. Piú ci si allontana da quel 23%, piú é probabile che il volo venga tagliato o non operato.
    Togliendo le imposte addizionali di imbarco aumenteremmo il margine netto dei vettori, che verrebbero incentivati ad aprire piú rotte e piú frequenze, e ci permetterebbero di volare di piú.

  6. @ Alessandro Riolo:
    l’iva non è un costo per le aziende. Solo per il consumatore.
    quindi tu sei davvero convinto che il problema dei passeggeri sono i 7 euro.
    Pertanto un lamezia-bgy che in media si vende a 130 euro (ed è sempre pieno) se venduto a 123 cosa risolvi?

  7. Alessandro Riolo

    @Pilota75 l’IVA non é un costo per le aziende, ma il passeggero la paga, per cui se non ci fosse andrebbe ad aumentare il margine netto del vettore.

    Il Lamezia-BGY continuerebbe a vendersi a 130 Euro pieno, ed il margine del vettore aumenterebbe di 7 Euro. Quindi Lamezia Terme diventerebbe un aeroporto piú attraente per il route manager della compagnia aerea.

  8. @ Alessandro Riolo:
    e a me pax cosa interessa visto che pago sempre 130? nulla.
    almeno con le imposte i soldi vanno al mio comune che li usa per qualcosa di utile.

  9. Alessandro Riolo

    @Pilota75 i soldi non vanno al comune, a cui arriva meno dell’1%. Non ostante l’imposta si chiami “addizionale comunale”, il gettito viene suddiviso per
    circa il 77% all’INPS, per lo 0,25% ai gestori, per circa il 22% al Ministero dell’Interno, e infine per lo 0,85% ai comuni (che arriva comunque con anni di ritardo).
    Il punto principale non é quello che interessa al pax che paga sempre €130, perché quello é quanto é disposto a spendere, ma il fatto che aumentando il margine netto del vettore, il piccolo aeroporto, sia esso Crotone, sia esso Lamezia Terme, sia esso Reggio Calabria, diventa piú attraente per per il route manager del vettore, che quindi diventa piú propenso ad aprire nuove rotte e ad aumentare le frequenze.
    Il route manager ha un numero finito di aerei da utilizzare, e li piazza dove ritiene possa arrivare il maggior margine netto per il suo datore di lavoro.

  10. @ Alessandro Riolo:
    quindi il problema sta nei 7 euro….
    Mi puoi spiegare una cosa? Nel 2016 (se non erro) la regione calabria fece un bando in cui avrebbe rimborsato i diritti di cui parli tu. Credo sia andato deserto…..come mai?
    E’ la prova provata che la tua teoria è una cretinata!

  11. Alessandro riolo

    @ Pilota75: non necessariamente. Innanzitutto, bisognerebbe vedere cosa c’era scritto nel bando. Per inciso: sono personalmente contrario ai bandi, perché distorcono il mercato a favore di chi li vince, ma riconosco che possano essere uno strumento utile nelle fasi di sviluppo. Poi, qualsiasi fossero state le condizioni del bando, chiaramente se non ci fossero state le imposte addizionali da neutralizzare, il bando avrebbe avuto una maggiore attrattività per i vettori.
    Ripeto infine che non ho mai affermato che i 7 Euro siano alla radice di tutti i problemi dell’aviazione civile e del turismo italiano.
    Quello che affermo è che togliere i 7 Euro è una condizione necessaria, ma ovviamente non sufficiente, per poter discutere di sviluppo dei piccoli aeroporti.

  12. Alessandro riolo

    I “7 Euro” sono parte del problema che attanaglia i piccoli aeroporti italiani. Negli ultimi anni il carburante è costato molto poco, per cui si sono abbassati i costi unitari dei vettori (CASK), quindi si è aperta una finestra di opportunità per lo sviluppo dei piccoli aeroporti, che in Italia è stata purtroppo sprecata in malo modo per via dell’eccessiva imposizione fiscale agli imbarchi.
    Togliere le imposte addizionali di imbarco è una condizione necessaria per poter provare a sviluppare i piccoli aeroporti. Ovviamente non è sufficiente, ma se non si inizia con questa azione, non ci sono speranze.
    Per dare un’idea dell’impatto, su un Crotone-Torino, un Reggio-Venezia o un Lamezia-Linate togliere le imposte addizionali abbasserebbe il costo unitario per i vettori come Ryanair di circa il 20%, il che significa che il margine netto potenziale delle rotte aumenterebbe del 20% viaggiando pieni (meno se i fattori di riempimento sono inferiori).
    Se il carburante dovesse rimanere non troppo caro, togliendo le addizionali nuove rotte si dovrebbero iniziare a materializzare in tutti i piccoli aeroporti italiani. A quel punto gli investimenti di sviluppo diventerebbero effettivi (ricordo che quando a Lamezia investirono 6 milioni di Euro, arrivarono una ventina di rotte) e non semplicemente necessari per tenere aperto l’aeroporto senza voli.

  13. Alessandro riolo

    Tutto quello che chiedo ai politici calabresi, come l’ho chiesto ai politici siciliani e a quelli sardi, è di chiedere a Toninelli e Dell’Orco di invitare Ryanair e discutere con loro la proposta: se noi governo italiano togliamo le imposte addizionali di imbarco sui voli in partenza, e sui nazionali in arrivo, sui piccoli aeroporti, per inciso una misura che costa poco o niente, voi Ryanair quante nuove rotte aprireste? E partendo da quella risposta, decidere.

  14. @ Alessandro riolo:
    ok, lo hai chiesto. Vedremo se mai ti risponderanno.

  15. tantissimi auguri per il vostro compleanno, pietro lopresti roma

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